È frequente in lingua sarda: dal momento che tante parole finiscono per consonante, spesso si usa una vocale “d’appoggio”,
soprattutto quando la parola è alla fine di una frase.

Ad esempio: pitzinnas /piˈttsinnaz(a)/ “ragazze”; tue andas /ˈtu.ɛ ˈandaz(a)/ “tu vai”; ite cheren? /ˈite ˈkɛrɛn(ɛ)/ “cosa vogliono?”.
Generalmente, la vocale paragogica riprende l’ultima vocale della parola; tuttavia, a seconda della varietà di sardo, questa regola può cambiare: ad esempio, per dire 
ses “(tu) sei”, in logudorese abbiamo /ˈsɛz(ɛ)/, mentre in campidanese /ˈsɛz(i)/; per “(lui/lei) è”, abbiamo est, pronunciato in log. /ˈɛst(ɛ)/ e in campidanese /ˈɛst(i).

testo preso da Wikipedia – Epitesi
https://it.wikipedia.org/wiki/Epitesi

nel nostro caso,
i giorni:
lunis, si scrive, lunisi si dice, anzi luisi per via della enne nasale.

matis, si scrive, matisi si dice, anzi mattisi

mercuris o merculis scrittto, detto mercurisi o merculisi, anzi mrecurisi o mreculisi

mesi:

lampadas scritto, lampadasa detto

treulas scritto, treulasa detto, anzi treuasa